Adolescenza e disagio psicologico

L’adolescenza rappresenta un periodo critico dello sviluppo psicologico. Da un lato l’adolescente vive nel pieno di una maturazione biologica e fisica imponente e si trova ad acquisire nuove competenze psicologiche e relazionali che lo prepareranno a diventare adulto. Dall’altro lato l’adolescenza è anche un periodo di estrema fragilità e si associa ad elevati fattori di rischio psicopatologico (condotte suicidarie, abuso di sostanze, disordini alimentari, condotte violente, etc.).

Forse non potrebbe essere altrimenti. Per definizione l’adolescenza è una fase di transizione psicologica profondissima. Gli adolescenti si interrogano costantemente su chi sono e chi diventeranno. E in questo percorso pieno di inquietudine sperimentano diverse identità, per cui talvolta si sentiranno responsabili e capaci, talvolta insicuri, ingrati e violenti, talvolta si percepiranno operosi e brillanti, talvolta annoiati, inibiti, passivi.

L’incertezza, l’insicurezza di sé dell’adolescente in realtà rappresentano vissuti pienamente comprensibili se intesi nell’ambito di un complesso compito psicologico: l’adolescente deve (e desidera ardentemente) distaccarsi da ruoli e identità infantili e non sempre sa come farlo. Ma in certi casi questa normale incertezza può avere esiti più problematici per l’adolescente e tramutarsi in svariate forme di disagio e crisi esistenziale:

  • φ  depressione, noia, pessimismo
  • φ  ritiro dalle relazioni e vergogna
  • φ  esagerato perfezionismo e senso di inadeguatezza del proprio corpo
  • φ  ipersensibilità alle critiche
  • φ  confusione identitaria, impulsività, disforia
  • φ  alterazioni del sonno, dell’appetito, eccitabilità

Nei casi più gravi il disagio adolescenziale produce importanti episodi di disregolazione emotiva e impulsività (come nel caso delle condotte autolesive, o dell’abuso di sostanze), condotte antisociali, inibizioni profonde nella ricerca di esperienze nuove o nella socializzazione.

φ  Adolescenza e psicoanalisi

La psicoanalisi e la psicoterapia ad orientamento psicoanalitico offrono modelli di intervento ampiamente innovativi, e spesso efficaci, nel trattamento del disagio adolescenziale. Secondo la psicoanalisi le problematiche adolescenziali insorgono laddove l’adolescente non si sente più in grado di sviluppare un senso di sé separato ed autonomo. Nello stesso tempo la psicoanalisi vede nel disagio adolescenziale non tanto un problema del singolo soggetto (il giovane o la giovane), ma piuttosto una «crisi di sistema», riguardante anche il tipo di relazione esistente tra l’adolescente ed il suo ambiente genitoriale. La genitorialità può infatti essere complessa e conflittuale tanto quanto l’adolescenza, per cui non può essere ignorata in un percorso terapeutico.

La psicoterapia psicoanalitica cerca di ristabilire il processo evolutivo dell’adolescente e di riavvicinarlo alla creazione della propria identità più autentica. Nel far questo lo psicoanalista adotta strumenti e strategie più flessibili rispetto a quelli adottati con il paziente adulto. Per esempio può negoziare trattamenti a breve termine con il giovane paziente, e può includere anche i genitori del paziente nel processo terapeutico (in alcuni casi durante la fase di valutazione psicologica del paziente, in altri casi anche nel corso della terapia). Naturalmente l’inserimento dei genitori nel percorso psicoanalitico dell’adolescente avviene ponendo la massima attenzione al suo diritto di privacy e di riservatezza, e si focalizza sempre sull’obbiettivo di individuare modalità relazionali più positive genitore-figlio.